in Historia della Commedia dell'Arte

Il regolamento della Fraternal Compagnia

[Entra Flaminio Scala]

Fra le mie innumerevoli peregrinazioni sono riuscito a ritrovare, tempo fa, un documento di notevole pregio: senza indugi, si tratta dell’atto notarile e del regolamento della fraternal compagnia firmato a Padova il 25 febbraio 1545. Il documento si trova scritto in lingua veneta, dunque mi è parso giusto tradurlo nel più nobile fiorentino, lingua assai più congeniale a voi, pobblico cosmpolita. Ecco a voi il testo nelle due lingue…

Il regolamento della Compagnia di Ser Maphio

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1545, Inditione 3, die mercurii 25 mensis februarii , Padue, in contrata Sancti Lionardi, in domo mei notarii, in camera terrena.

Desiderando gli infrascripti compagni, zovè (cioè) ser Maphio ditto Zanino da Padova, Vincentio da Venetia, Francesco de la lira, Hieronimo da s. Luca, Zuandomenego detto Rizo, Zuane da Treviso, Thofano de Bastian, et Francesco Moschini, fare una fraternal compagnia, qual habia a durar fino allo primo giorno diquadrigesima proxima haverà a venir de lo anno 1546, et per dover cominciar nella ottava di Pasqua proxima che vien, hanno insiem concluso et deliberato, aciò tal compagnia habia a durar in amor fraternal fino al ditto tempo senza alcun odio rancor et disolutione, tra lor far et observar cum ogni amorevolezza, come è costume di boni et fidel compagni, tutti li capitoli infrascripti, quali promettono di attender et obsrvar senza alcuna cavilatione, sotto la pena et perdita di denari infrascripti.

Desiderando i sottoscritti compagni, ovvero Ser Maphio detto Zanin da Padova, Vincenzo da Venezia, Francesco de la lira, Geronimo da s. Luca, Giandomenico detto Rizo, Gianni da Treviso, Thofano de Bastian, et Francesco Moschini fondare una fraternal compagnia, che durerà fino al primo giorno di Quaresima del prossimo anno 1545, e che inizierà nell’ottava settimana di Pasqua che seguirà, hanno deciso insieme e deliberato, di modo che questa compagnia debba durare in amore fraterno fino al suddetto tempo senza alcun odio e rancore e contrasto, di osservare tra loro con ogni amorevolezza, come è costume fra buoni e fedeli compagni, tutti le regole sottoscritte, alle quali promettono di sottostare senza cercar cavillo alcuno, pena la perdita dei denari di cui diremo sotto.

Et primo hanno così da cordo elletto in suo capo nel recitar de le sue comedie di loco in loco dove si troveranno il predito Ser Maphio, a el qual tutti li compagni preditti, quanto aspetta a ordine de il recitar ditte commedie, li debba prestar et dar obedientia di far tutto quello lui comanderà con ciò et andar invedando per la terra come lui comanderà.

Per il primo anno hanno così deciso di eleggere come proprio capo per gli spettacoli che andranno a recitar di luogo in luogo il già detto Ser Maphio, al quali tutti i compagni suddetti, per quanto riguarda l’ordine di recitare dette commedie, devono prestargli obbedienza di far tutto ciò che lui comanderà e andare dove lui vorrà.

Item, che se per caso niuno de li compagni fra detto tempo de la compagnia si amalasse, che allora et in tal caso detto compagno sia subvenuto et governato de li denari comuni et guadagnati, et spiso fin tanto sia resanato, over condutto a casa sua et fin a quel tempo habia la sua parte, ma condutto a casa sua non habbia più niente da ditta compagnia.

Così, se per caso uno dei compagni, durante il lasso di tempo sopradetto, si ammalasse, sarebbe allora aiutato e soccorso dai soldi in comune guadagnati, denaro che sarebbe speso fino alla guarigione di questi. Fino a che questi non verrà ricondotto a casa gli sarà data la sua parte, ma una volta a casa, non avrà più nulla dalla compagnia.

Item, che se la compagnia sarà dimandada di fuora via, che sia obligati andar tutti et che li acordi, che si faranno, fa si debbanoper detto Zanino.

Così, se la compagnia sarà richiesta lontano e fuori da qui, tutti dovranno essere obbligati ad andare. Tutti gli accordi che si faranno dovranno passare per il vaglio di Zanin.

Item, acciò detta compagnia habia in ogni amorevolezza a durar infino al tempo preditto, li compagni prefatti cossì d´acordo hanno statuito et deliberato che si habbi a far una cassella, la qual habia tre chiavi che sian sicure, una de le qual habia et tener debba detto capo, l´altra Francesco de la lira, l´altra Vincentio da Venetia, ne la qual ogni giorno che si guadagnerà se li habia a reponer hora un ducato, hora più et mancho, segondo li guadagni che occoreranno; qual cassella mai possi esser aperta, nè altrimenti di quella tolto denaro alcuno, senza expresso consentimento et voler di tutta la compagnia.

Così, perché la compagnia debba durare fino al tempo predetto in amorevolezza, i compagni d’accordo fra di loro hanno deciso e deliberato che venga fatta una casella, la quale abbia tre chiavi sicure, una delle quale tenuta dal capo predetto (Maphio), l’altra da Francesco de la lira e la terza da Vincenzo da Venezia. Ogni volta che si guadagnerà si riporrà al suo interno un ducato, oppure di più o di meno, a seconda dei guadagni che verranno. Quella casella non dovrà mai essere aperta, né da essa dovrà essere tolto denaro senza consenso espresso di tutta la compagnia.

Et se durante ditta compagnia, il venisse in fantasia ad alcuno di tal compagni, over due et più, partirsi et piantar li altri a suo grandissimo danno et vergogna, che allora et in tal caso, quel tal over tali che si
partiranno, oltra le pene infrascripte, debba aver perso ogni comodo et utile del denaro che si ritrovasse in ditta cassella et quella parte, che se li atroverà de tal absentadi, sia egualmente divisa et partida in quelli compagni che si atroveranno fraternalmente uniti et non disolti de la compagnia.

E se durante il tempo in cui esisterà la compagni, venisse l’idea a qualcuno di tali compagni, due o più di loro, di andarsene e lasciare gli altri in condizione di danno e vergogna, allora quello che se ne sono andati, oltre alle pene sottoscritte, perdano ogni comodo e utile in denaro che si trova nella predetta casella, e quella parta, che non deve più essere data a loro, sia ugualmente divisa in parti uguali fra i compagni che rimarranno in fraternal unione e non lontani dalla compagnia.

Item, che se alcuno de li compagni preditti si partirà da la compagnia, quel tal over tali, oltra la perdita di ditta sua parte che fosse in la cassella, cascha et caschar debba alla pena de lire cento de pizoli, da esser applicada una parte a quelli rettori dove si troveranno, una parte alli poveri, et una alla compagnia, et quellital possiano esser convenuti, citadi et sententiadi dove parerà alla compagnia.

Così, se qualcuno dei compagni lascerà la compagnia, quello o quelli, oltre alla perdita della sua parte contenuta nella casela, incorrera e incorrerà nella pena di cento lire spicciole. I soldi saranno devoluti in parte all’amministrazione della città in cui si trovano, una parte ai poveri, una alla compagnia e i tali (che se ne sono andati) potranno essere convocati, querelati e mandati a giudizio al volere della compagnia.

Item, che si habia a comprar uno cavallo a comune spexe de la compagnia, il qual habia a portar le robede li fratelli di loco in loco.
Item, che venendo la compagnia in Padova, qual debba venir nel mese di zugno, che allora li danari, che si troveranno ne la casella, sian divisi egualmente.
Item, che nel principio del mese di septembrio proximo dita compagnia, sotto la pena preditta, tutti così d´accordo si deba levar et andar al suo viazo.
Item, che li preditti compagni insieme non debino zugar insieme a carte nè altro, si non cosse da mangiare.

Così, si compri anche un cavallo a comuni spese della compagnia che potrà portare gli oggetti dei confratelli di piazza in piazza.
Così, quando la compagnia arriverà a Padova, cosa da farsi nel mese di giugno, siano divisi ugualmente i denari presenti nella casella.
Così, all’inizio del prossimo settembre i confratelli, pena ciò che è stato detto, d’accordo fra di loro, ripartiranno nuovamente in giro per le piazze.
Così, che i compagni di cui sopra non giochino mai a carte insieme né ad altro, se non scommettendo cose da mangiare.

Dunque potete capire anche voi, gentili signori e signore, che il regolamento aveva sopratutto uno scopo: proteggere la compagnia a livello economico e decidere come gestire il denaro che sarebbe confluito nella cassa comune. Qualora un attore, o più di uno, avesse lasciato nei guai la compagnia, magari non presentandosi ad uno spettacolo, avrebbe commesso una colpa punibile a livello monetario prima e, a scelta dei compagni, giudiziario poi.

[Esce]

  • Si ringrazia il sito http://tartamichy.weebly.com/post/giornata-della-commedia-dellarte, dalla cui pagina linkata è stato preso in testo, che è stato poi revisionato e tradotto nella sua completezza.